Pochi passi incerti

Vista della valle da casa mia. Foto di Maddalena Gregori.

 

Pochi passi incerti

sul vecchio pavimento

scricchiolano svegliando il gatto

rannicchiato sul letto sfatto

– pochi passi incerti e sono

alla finestra sui cui vetri

come gemme splendono

lacrime di pioggia

– pochi passi incerti

e m’affaccio sul balcone

che come trampolino

si getta sulla valle

verso un mare confuso

tra nuvole e foschia

– pochi passi incerti

e il mio giorno inizia

avvolto nel vapore

di una tiepida nebbia

primaverile.

Incerta m’affaccio al giorno

confusa mi guardo attorno

sospesa sul confine

tra realtà e sogno.

 

di Maddalena Gregori

 

 

 

Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger, su parole scelte a turno dai partecipanti, organizzato su Verba Ludica. https://carbonaridellaparola.blogspot.com/?zx=5f2a34fb127d6c89

15 Risposte a “Pochi passi incerti”

  1. I passi incerti farebbero pensare, di primo acchito, a qualcosa dai connotati negativi.
    Siamo educati come società a pensare sempre in termini di forza e sicurezza, come se fossimo “nati imparati”. In realtà l’incertezza è un valore perchè ci permette di assaporare il gusto della scoperta, la sorpresa e l’avventura del cammino.
    Credo che la positività dell’incertezza sia messa in evidenza da alcuni passaggi molto “rasserenanti” della tua poesia come “alla finestra sui cui vetri/come gemme splendono/lacrime di pioggia” e ” e il mio giorno inizia/avvolto nel vapore/di una tiepida nebbia/primaverile.” Le gemme splendenti che catturano l’attenzione indicando la luce e il tepore della nebbia come un caldo abbraccio. A passi incerti tutto si trasforma; come la stagione che fa da cornice.

    1. Che piacere “sentirti”! Condivido la tua lettura: l’incertezza non è sicuramente un qualcosa di negativo, anzi, può portare in sé una quota di serenità. Perché incerto è il bimbo che traballa, ma non per questo si ferma. Anzi procede, pur nella sua instabilità, proprio perché sa di poter contare su una presenza che protegge. L’incertezza non è l’opposto della sicurezza, ma è l’agire pacato, che cerca in ogni movimento un nuovo equilibrio. Grazie di esserci, nonostante tutto.

    1. Sì, quel limite tra la non-vita e la vita che ogni mattina attraversiamo. La rinascita, come dicevo con Kreben.
      Grazie

    1. Una delle differenze tra poesia e prosa è, a mio parere, il ritmo, scandito da assonanze e frasi spezzate. Capita perciò spesso di trovare della musica nella poesia. Grazie.

      1. La musica è sempre nelle parole. Senza ritmo non c‘è fluire. 🙂 Questo vale anche per la prosa. E raramente le poesie cantano, anzi, spesso stonano con la voce impastata di caramello, se mi passi la metafora. Grazie a te.

        1. Non saprei. Ognuno di noi vive l’arte in modi diversi, mettendoci sicuramente parte di sé. Personalmente amo molto la poesia, ma non quella melensa (o, come dici tu, impastata di caramello). E moltissime sono le poetesse e i poeti che sanno cantare le emozioni e la vita che ho avuto la gioia di incontrare. La prosa invece cammina con passo sicuro. Nel mio mondo la poesia è l’acqua del mare, su cui galleggiare lasciandosi andare, la prosa invece è la montagna da scalare saggiando continuamente la presa. La prosa poetica invece la assimilo alla poesia, perché parla senza mediazioni direttamente al cuore, senza passare dalla testa. Forse parliamo della stessa cosa? 🙂

    1. mi associo al commento del BARDA. La consapevolezza che la vita è una continua conquista però alla fine i “piccoli umani” trovano il mondo di esprimere la voglia e la capacità di esistere…

      GRAZIE

        1. In questo non ho dubbi, altrimenti che scopo avrebbe il vivere, quel vivere che prescinde dal come, perché senza il vivere c’è solo il NULLA!!!

          e… GRAZIE per averlo sussurrato con splendida semplicità…

    2. Barda: Pochi passi incerti come quelli di un bambino che si affaccia alla vita, ma che saprà disegnare il proprio percorso. Grazie della tua interpretazione.

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