Una voce

Edward Hopper, “Stanza a Brooklyn”, 1932

 

Che sia il ciarlare

televisivo o il miagolare

di una gatta che gironzola

con in bocca un topolino di peluche

– che sia il cupo rombo

del vento autunnale o il frinire

di estive cicale

– che sia naturale o artificiale

ma una voce che scandisca

la vita quotidiana è necessaria

a un’esistenza solitaria.

 

di Maddalena Gregori

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